Sono in pochi a conoscere Thomas Szasz, ma il suo contributo alla psichiatria e più in generale alla cultura, non solo quella libertaria, sono stati fondamentali. In questa puntata il Prof. Roberto Festa, che ha contribuito a diffondere le teorie di Szasz in Italia, ed è stato uno dei suoi più fervidi allievi ne sviscera le posizioni più controverse e dirompenti. Nella prefazione al libro di Szasz "Fede nella #libertà" che in Italia verrà pubblicato da Rubettino il 19 dicembre il Prof. Festa scrive:
Thomas Szasz nacque il 15 aprile 1920 a Budapest, da una colta e agiata famiglia di origini ebraiche. Nel 1938, dopo che il regime dell’ammiraglio Miklós Horthy si avvicinò alla Germania nazista, la famiglia Szasz emigrò negli Stati Uniti. Nel 1939, il giovane Thomas si iscrisse all'Università di Cincinnati dove, nel 1941, si laureò in fisica e, nel 1944, in medicina. In quello stesso anno, ottenne la cittadinanza statunitense. Tra il 1951 e il 1954, Szasz completò il tirocinio psichiatrico e quello psicoanalitico. Nel 1956 fu assunto dalla State University of New York (SUNY) che, nel 1962, gli assegnò la cattedra di #psichiatria. Thomas #Szasz morì l'8 settembre 2012, all’età di 92 anni. Nel 1961, la pubblicazione di The Myth of Mental Illness procurò a Szasz una rapida fama. Nel libro viene difesa la tesi, ritenuta scandalosa da quasi tutti gli psichiatri, che le malattie mentali non esistono. Questa tesi implica che le cosiddette #psicoterapie, cioè le cure per le malattie mentali, sono inutili . Secondo Szasz, le idee di malattia mentale e psicoterapia sono solo miti, inventati per giustificare la pratica psichiatrica, che consiste nel ricovero coatto degli individui etichettati come matti e nella somministrazione, quasi sempre coercitiva, di trattamenti fittizi per malattie inesistenti.
Pur negando la possibilità di curare gli individui diagnosticati come malati mentali, Szasz pensa che ci si possa prendere cura di loro, con appropriate forme di analisi. Il suo approccio, fondato sul presupposto che il rapporto tra analista e analizzando è di natura consensuale e contrattuale, si colloca nella tradizione psicoanalitica che origina da Sigmund Freud . Tuttavia, l’analisi szasziana si differenzia da quella freudiana, poiché assegna un ruolo centrale all’autonomia dell’analizzando che, attraverso l’esame dei suoi conflitti esistenziali, viene aiutato a comprendere che gli eventi della sua vita sono, in gran parte, il frutto delle sue libere scelte. Szasz ha svolto molte ricerche sulla storia della psichiatria, dalle sue origini teoriche nella teologia cristiana fino alle sue moderne pratiche coercitive . In particolare, ha dedicato molta attenzione alle relazioni tra psichiatria e diritto .
A suo giudizio, il connubio tra psichiatria e diritto è stato la prima tappa nella formazione dello stato terapeutico, cioè di una nuova forma di stato, dalle spiccate tendenze dispotiche, caratterizzato dalla stretta integrazione tra stato e medicina.
T. SZASZ, I manipolatori della pazzia, trad. it., Feltrinelli, Milano 1972; T. SZASZ, Disumanizzazione dell’uomo, trad. it., Feltrinelli, Milano 1974; T. SZASZ, Il mito della droga, trad. it., Feltrinelli, Milano 1977; T. SZASZ, Il mito della psicoterapia, trad. it., Feltrinelli, Milano 1981.
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Published on 5 days, 7 hours ago
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