In un post sul suo account ufficiale su X OpenAI ha reso noto di aver sospeso la generazione di immagini di Martin Luther King a seguito della richiesta della figlia, Berenice e di aver intenzione di garantire lo stesso trattamento a tutti gli altri personaggi storici e pubblici che chiedessero o nel cui interesse venissero avanzate analoghe richieste.
Bene, almeno in un contesto nel quale ci stiamo abituando a festeggiare anche l’ovvio.
E, però, forse la questione è un po’ più complicata di così.
La sigla e ne parliamo.
[SIGLA]
“Sebbene vi siano forti interessi in materia di libertà di parola nella rappresentazione di personaggi storici, OpenAI ritiene che i personaggi pubblici e le loro famiglie debbano in ultima analisi avere il controllo su come la loro immagine viene utilizzata. I rappresentanti autorizzati o i titolari dei diritti possono richiedere che la loro immagine non venga utilizzata nei video di Sora”.
Dice così la società che ha progettato, sviluppato e gestisce SORA, il servizio di generazione di video artificiali già utilizzato da milioni di persone in tutto il mondo per abbattere definitivamente il già scolorito confine tra il vero e il falso, producendo centinaia di milioni di contenuti audiovisivi nei quali personaggi noti e illustri sconosciuti, storici e non storici diventano protagonisti di episodi ai quali non hanno mai partecipato o che, addirittura, non sono mai esistiti e di dichiarazioni che non hanno mai reso.
Difficile non essere d’accordo con la decisione di OpenAI e difficile non trovare abominevole la strumentalizzazione di un campione dei diritti come Martin Luther King in video artificialmente generati capaci di ridicolizzarne la figura, manipolarne il pensiero, e offenderne la memoria.
E, però, le domande che l’iniziativa appena assunta dalla mamma di SORA solleva e alle quali questo caffè, evidentemente, non basta per dare risposta sono due o, meglio, almeno due.
La prima.
Ma non sarebbe stato necessario, opportuno, eticamente corretto, giuridicamente doveroso pensarci prima? E cioè non porre affatto SORA in condizione di riportare artificialmente in vita chi non c’è più rendendolo protagonista di scene che non ha mai vissuto e parole che non ha mai pronunciato?
Perché, naturalmente, una cosa è indicizzare contenuti disponibili online per renderli più facilmente accessibili al pubblico come fanno i motori di ricerca e una cosa diversa è far propri quei contenuti per fornire un servizio che abilita milioni di persone a manipolarli per ogni genere di scopo.
La seconda.
Perché il diritto di chiedere a OpenAI di uscire da SORA dovrebbe spettare solo ai personaggi famosi?
Usare il volto, la voce, le sembianze di una persona significa usare i suoi dati personali e, almeno da questa parte dell’oceano, almeno il diritto di chiedere il c.d. opt out, ovvero l’interruzione di qualsiasi trattamento di dati che ci riguardi lo abbiamo tutti, nessuno escluso, che si sia personaggi famosi o illustri sconosciuti e, anzi, a ben vedere, forse, i secondi più dei primi che, magari, in alcune ipotesi, devono accettare una compressione del loro diritto in nome dell’interesse pubblico a informare e essere informati.
Troppo corto il caffè per le risposte però la discussione è importante e come che la si voglia concludere non credo che sia una buona idea lasciare che a decidere siano mercato e industria.
Buona giornata e, naturalmente, good morning privacy!
Published on 1 month, 3 weeks ago
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